Occorre rinforzare la sedia che comincia a non farcela più a reggere un carico eccessivo. Eppure la persona è magra. La sua arroganza assume ogni giorno un maggiore peso e le esili zampe di legno sottoposte a sforzo , cigolano. Si alza e la sposta cercando sull’acciottolato davanti alla sua casa, nuovi equilibri. Le vicine sedute intorno a spennare polli ciondolanti, spargono per aria le penne dall’odore di morte. Ormai borbottano con voci lente e noiose, sempre le stesse storie, si annoiano. La magra creatura ripete all’infinito una litania , come un rosario, estenuante. Il cielo si annuvola, la pelle bianca delle galline spennacchiate si macchia di ombre bluastre. Cala la notte e rimangono tutte lì, ferme , immobili ad attendere l’alba silenziosa. Ora sono coperte di guazza, gli occhi spalancati, non sentono nulla. Eppure nella piazza del paese sono uscite le tarantolate , strisciano e si dimenano , le vesti ondeggiano, strappate da mani ad artiglio. Nessuno le guarda, nessuno . Sono pochi nella piazza, un vecchio e un bambino. Un cane passa veloce, inseguendo un cencio svolazzante. I tamburi, da qualche parte, fanno la loro apparizione lugubre, la mano che li batte produce una sonora ripetizione senza significato.
torna su
TORNA A 'IL MIO SITO'